Paragrafo 1
Zuzù si stava annoiando. Da fuori, il suono vibrante delle cicale le ingarbugliava i pensieri.
Dentro, al primo piano della Grande Casa, sua madre e le altre donne da qualche giorno avevano cominciato un nuovo lavoro,
così complicato che era venuta a dirigerlo la Signora in persona.
Attorno ai telai, contavano e ricontavano le alternanze nell’ordito,
risistemavano le molte fila di pesi tondeggianti, facevano e disfacevano la tela fittissima,
contendendosi le spolette e i ribattitori migliori.
Erano così impegnate che quasi non cantavano più, come facevano di solito, per aiutarsi a passare il tempo e lavorare all’unisono.
A lei e alle altre bambine erano state affidate le frange:
e loro si erano divertite un mondo a scegliere e misurare la lana di tutti i colori e a fissarle al bordo giù pronto.
Ma ora veniva la parte più impegnativa, intrecciarle secondo uno schema preciso sotto la guida di una donna esperta:
e non si poteva giocare o scherzare più tanto. Zuzù all’inizio ci si era messa di buzzo buono,
ma ora non ne poteva proprio più e avrebbe tanto voluto fare una scorrazzata fino al fiume nella calura estiva,
gironzolare dietro ai gatti per le case del villaggio o anche soltanto schiacciare un pisolino all’ombra dei pini.
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