Paragrafo 14

Il Segretario li guardò per bene: ma che ragazzi erano quelli, che invece di dolciumi chiedevano di imparare?

“Oh, beh,” pensò. “Tanto meglio così. Vale proprio la pena di accontentarli.”

L’aiutante stava rientrando: “Ah, eccoti qui!” lo accolse il Segretario. “Molto bene, quando avremo finito di sistemare insegnerai a questi due come si fa una tavoletta. Chiaro?”

L’aiutante aveva l’aria sbalordita, ma Zuzù gli fece l’occhiolino, e lui non ribatté.

“Cosa è successo questa notte?” continuò il Segretario. “È presto detto. Qualcuno si è introdotto qui alla ricerca di qualcosa. Come vedete, ha rovistato tutto l’ufficio, da cima a fondo, e ha messo tutto in disordine.”

“E cosa cercava?” chiese Pim.

“Non possiamo essere sicuri, ma probabilmente stava cercando un documento importante, che però non ha trovato.”

“Che documento?” fece Zuzù. “E se non l’ha trovato, allora è ancora qui?”

“E chi è stato?” interloquì Pim.

Il Segretario scosse la testa, e si sedette sull’unico sgabello libero: “Si tratta di un messaggio ufficiale da Cnosso. Non l’ha trovato perché non era qui. D’altra parte, ha cercato così bene” e con una mano accennò al grande disordine che li circondava, “ che non gli sarebbe certo sfuggito. Quanto a chi è stato…non possiamo dirlo con certezza.”

“Ma allora questo documento dov’è?”

L’altro alzò le braccia: “Il punto è proprio questo. Non lo sappiamo. Stavamo aspettando quel messaggio da giorni, ma non era ancora arrivato. Il corriere era in viaggio, ed è stato aggredito proprio stanotte a pochi passi da qui. Si è salvato, ma il messaggio è andato perduto.”

“A pochi passi dove?” chiese Zuzù, a cui stava balenando un’idea.

“Subito fuori dal villaggio. L’unica cosa che abbiamo trovato sul posto è una stringa di cuoio, nient’altro.”

“Una stringa di cuoio come per legare un sacchetto?”

Il Segretario fissò la bambina: “E tu cosa ne sai?”

“Com’è fatto uno di questi messaggi ufficiali?” ribatté invece lei.


L’uomo si alzò, raggiunse un ripiano in alto, dove avevano messo al riparo i documenti più importanti, e mostrò poi ai due ragazzi un grumo d’argilla, con un’impronta quadrangolare al centro: “Vedete? Il messaggio è su un pezzetto di pergamena, che è legato stretto stretto, chiuso poi con l’argilla e sigillato. Questo è quel che resta dopo che il messaggio viene tolto, è la sigillatura.”

“Ma i sigilli sono sempre gli stessi?”

“Più o meno”, annuì il Segretario. “Il toro è il simbolo di Cnosso, e molti dei funzionari, e il re in persona, hanno sigilli che lo raffigurano. A volte anche i rappresentanti locali di Cnosso usano un sigillo simile.”

Zuzù girò l’oggetto, e le si bloccò il cuore in gola: sull’altra parte era stata impressa l’immagine di un acrobata che salta il toro, e il toro era bellissimo. Fece un balzo: “Ma io ho già visto una cosa così, oggi! Solo che il messaggio c’era ancora!”

“Stai scherzando?” Il Segretario era esterrefatto.

“No, sono serissima!” replicò Zuzù. “La mia amica Bri Bri l’ha trovato stamattina presto vicino al granaio. E c’era anche un sacchetto di cuoio, con il toro sopra!”

Il Segretario stava per svenire.

Così le due storie, quella di Zuzù e quella del Segretario, si uniscono. Ora scrivi tu la fine! Bri Bri avrà ancora il messaggio o l’avrà perduto giocando? E, se ce l’ha, il messaggio sarà ancora leggibile? E che cosa ci sarà scritto? A te la parola!

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Sigillo col toro Donna su animale fantastico Uomo col mantello