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Paragrafo 11“Forse hai ragione”, disse il Segretario. “Se è così, allora si capisce anche perché hanno prima messo a soqquadro l’ufficio: cercavano il messaggio da Cnosso. Poi, visto che non l’hanno trovato, hanno capito che ancora non era arrivato e hanno teso l’agguato al corriere.” “Ecco!” esclamò il Signore: “Lo vedi che tutto torna?” Camminava a grandi passi su e giù per la stanza, e quasi calpestava i frammenti di tavoletta sparsi qua e là. “Signore, calmati, o del nostro archivio non resteranno che le briciole!” L’altro grugnì. “Vado nel mio studio” e sparì ancora sibilando insulti all’indirizzo del cugino. In realtà, anche il suo studio era stato rovistato nottetempo: ma i documenti non erano molti e, fatta una prima ricognizione, non mancava nulla. Il Segretario guardò desolato l’aiutante, ancora ritto sulla soglia dell’ufficio: “Forza, diamoci da fare.” Si misero carponi a raccogliere le bolle e a riavvolgere pergamene: ma era un autentico disastro. Impossibile o quasi ricostruire i gruppi di bolle che erano prima nel medesimo cestino. Per non parlare delle tavolette... Il Segretario decise di partire proprio da quelle: recuperava i frammenti vicini e li metteva tutti insieme, piano piano, a mucchietti, a seconda di dove giacevano sul pavimento. L’aiutante si stava concentrando sulle bolle presso la finestra. Mugugnò: “Forse dovrei andare a vedere fuori se ne è caduta qualcuna disotto”. “Sì, ottima idea”, rispose l’altro senza neanche sollevare la testa. Poi invece si girò: “Aspetta! Ora che il trambusto è finito, forse vale la pena di ritornare a cercare il dispaccio presso il luogo dell’aggressione. Vai prima lì, al villaggio, e vedi se trovi qualcosa.” L’aiutante fece una smorfia, ma non replicò. In fondo, era un buon piano.
Continua con il Segretario o torna da Zuzù. Oppure segui gli altri sigilli: sigillo col toro o donna su animale fantastico o uomo col mantello.
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