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Paragrafo 12Il problema vero era che non riusciva a ricordarsi bene di tutti i lotti e le operazioni d’archivio. Sì, aveva individuato il gruppo di bolle relativo ai braccianti e quello della tosatura, ma era sicuro che ne mancasse sempre qualcuno. Per fortuna i dati principali li aveva trascritti su pergamena a suo tempo, ma le singole bolle gli dicevano per ogni operazione chi era il responsabile amministrativo, se c’erano notazioni particolari e soprattutto gli servivano da controllo numerico in caso di sviste di trascrizione. Ma ora sui numeri non si poteva più fare conto. Il Segretario sospirò, per l’ennesima volta: “Che garbuglio!” Forse avrebbe dovuto semplicemente rinunciare a ricostruire tutto, raccogliere il possibile e inventarsi un quadro amministrativo di comodo, con le informazioni essenziali. E poi, per fortuna, nell’ufficio dell’Intendente i rovistatori non erano entrati, e quindi in caso poteva usare quei documenti lì per controllo. “Bah!” Si sedette con aria scorata al tavolo pieno di mucchietti di frammenti di tavoletta. “Se solo queste cicale decidessero di tacere, per una volta!” L’ultima cosa di cui aveva bisogno era un mal di testa perforante, che purtroppo sentiva incombere sempre di più. Si girò verso un altro scaffale: lì aveva radunato tutte le bolle d’accompagno sigillate dal Signore che, se ben ricordava, riguardavano i regali da fare ai notabili del distretto in occasione della festa. Erano recentissime, e lui non aveva ancora finito l’archiviazione. Sarebbe stato meglio ritrovarle tutte, così da completare la procedura e poi fare la verifica nei magazzini. E non dimenticare nessun regalo! Aggrottò le sopracciglia: erano un po’ pochine, dov’erano finite le altre? A memoria, avrebbe detto che dovevano essere una ventina circa, diciamo ventidue. E invece... Contò. Ne mancavano un bel po’. “Questa non ci voleva!” sbuffò. I regali erano importanti, non bisognava rischiare di offendere nessuno. Si alzò, e rifece per l’ennesima volta il giro della stanza disastrata. Finalmente, trovò un mucchietto di bolle analoghe dietro la cassapanca. Ma com’erano finite lì? Ricontò: solo quindici... “Segretario!” lo chiamò l’aiutante entrando. “Hai trovato qualcosa?” “No, ho cercato bene, ma non c’è nessuna bolla o messaggio per le strade del villaggio. Ho anche guardato vicino al fiume, ma niente. Però vicino al granaio ho trovato questo.” Mostrò una stringa di cuoio, sottilissima. “Hmm”, fece il Segretario. “Potrebbe essere il segno che una borsa c’era, col dispaccio dentro. Un sacchetto di cuoio legato da una stringa.” L’aiutante lo guardava perplesso. “E nient’altro?” chiese il Segretario. L’altro scosse la testa: “Dalle parti del villaggio, no. Invece qui sotto c’era parecchia roba, guarda!” Rovesciò su un angolo libero di panca quello che teneva avvolto in un lembo del vestito. “Meno male!” il Segretario batté le mani: “Sono le bolle che stavo cercando, quelle dei regali!” E infatti eccole lì, con il sigillo del Signore da un lato, i due uomini in marcia, e la breve sigla sull’altro. “Sono contento!” pensò il Segretario: “Almeno una cosa va per il verso giusto!” Le prese, le contò, e fece una smorfia: solo venti in tutto! Doveva essercene almeno un’altra...
Continua con il Segretario o torna da Zuzù. Oppure segui gli altri sigilli: sigillo col toro o donna su animale fantastico o uomo col mantello.
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